MODELLO ORGANIZZATIVO E DI CONTROLLO
DELL’ATTIVITA’ SPORTIVA
Ai sensi del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” e alle “Linee guida per l’adeguamento alle politiche di Safeguarding” emanati dalla Federazione Italiana Pallacanestro.
Art. 1 – Finalità
- Il presente documento stabilisce le misure per prevenire e contrastare qualsiasi forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione basata su etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, nonché per le ragioni indicate nel D.lgs. n. 198/2006 relativo ai Tesserati, specialmente se minori, all’interno della Società Sportiva Dilettantistica Basket Giuseppe Angel (anche semplicemente denominata “Società”).
- Il diritto fondamentale dei Tesserati è essere trattati con rispetto e dignità, garantendo la protezione da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e
discriminazione, come stabilito dal D.lgs. n. 198/2006. Questa tutela è estesa indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, status finanziario, origine, capacità fisica, intellettuale, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei Tesserati è di primaria importanza e prevale sul risultato sportivo.
- Il presente documento costituisce il complesso delle Linee Guida e dei Principi ai quali la Società e tutti i suoi Tesserati sono tenuti ad adeguarsi al fine di perseguire:
- La promozione dei diritti precedentemente menzionati;
- La promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che garantiscano la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i Tesserati, specialmente dei minori, assicurando l’uguaglianza, l’equità e valorizzando le diversità;
- La consapevolezza dei Tesserati riguardo ai propri diritti, doveri, obblighi, responsabilità e protezioni;
- L’identificazione e l’implementazione di adeguate misure, procedure e politiche di salvaguardia da parte della Società, anche in conformità alle raccomandazioni del Safeguarding Office istituito dalla FIP, al fine di ridurre i rischi di comportamenti lesivi dei diritti, soprattutto nei confronti
dei Tesserati minori;
- La gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di abusi,
- violenza e discriminazione, garantendo la protezione dei segnalanti;
- L’informazione dei Tesserati, inclusi i minori, sulle misure e le procedure di prevenzione e contrasto agli abusi, alla violenza e alla discriminazione, con particolare enfasi sulle procedure di segnalazione;
- La partecipazione della Società e dei Tesserati alle iniziative organizzate dalla FIP nel contesto delle politiche di salvaguardia adottate;
- Il coinvolgimento proattivo di tutti coloro che partecipano, con qualsiasi ruolo o titolo, all’attività sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di salvaguardia della Società.
4. Il presente documento aderisce alle disposizioni del D.lgs. n. 36 del 28 febbraio
2021 e del D.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, alle direttive emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, ai Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di Safeguarding, nonché al “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della FIP e alle relative Linee Guida.
Art. 2 – Campo di applicazione
1. Sono tenuti al rispetto del presente documento i seguenti soggetti:
- I tesserati e licenziati FIP, in conformità a quanto stabilito dallo Statuto
Federale e dal Regolamento Organico Federale, presso la Società;
- Tutti coloro che svolgono attività lavorativa o di volontariato per conto della Società;
- Tutti coloro che, in qualsiasi capacità, hanno rapporti con la Società.
Art. 3 – Tipologie di Comportamenti Rilevanti
Ai fini del presente documento, sono considerati comportamenti rilevanti i seguenti:
- Abuso psicologico: comprende qualsiasi atto intenzionale e indesiderato, come l’isolamento, la restrizione, la mancanza di rispetto, l’intimidazione o altre azioni che possano compromettere l’identità, la dignità e l’autostima del Tesserato, anche attraverso mezzi digitali.
- Abuso fisico: coinvolge atti deliberati e indesiderati, come botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o il lancio di oggetti, che possono causare danni fisici, lesioni o compromettere lo sviluppo psico-fisico, inclusi comportamenti come l’imporre carichi di allenamento inappropriati o l’uso improprio di strumenti sportivi.
- Molestie: comprendono comportamenti sessuali o linguaggio inappropriato, nonché richieste indesiderate o non gradite a sfondo sessuale, che causano fastidio o disturbo.
- Abuso sessuale: coinvolge comportamenti di natura sessuale non consensuale o il cui consenso è manipolato o negato, inclusi comportamenti coercitivi o coercitivi nei confronti del Tesserato.
- Violenza di genere: comprende qualsiasi forma di violenza, sia fisica che psicologica, basata sul genere.
- Bullismo e cyberbullismo: include comportamenti offensivi e aggressivi, anche online, mirati a esercitare potere o controllo sui Tesserati, creando condizioni di disagio, insicurezza o esclusione.
- Nonnismo (hazing): comporta iniziative umilianti e pericolose da parte di membri anziani verso i nuovi membri del gruppo.
- Abuso di matrice religiosa: comprende ogni atto che limita o condiziona il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa.
- Abuso dei mezzi di correzione: coinvolge l’uso improprio del potere correttivo e disciplinare nei confronti di un Tesserato.
- Negligenza: si verifica quando un Tesserato, nonostante sia a conoscenza di un evento rilevante, omette di intervenire o segnalare, causando o permettendo un danno o un pericolo imminente di danno.
- Incuria: comporta la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo.
- Altri comportamenti discriminatori: includono qualsiasi comportamento finalizzato a discriminare sulla base di etnia, colore della pelle, caratteristiche fisiche, genere, status socioeconomico, prestazioni sportive, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
Rientrano inoltre tra le condotte rilevanti tutti quei comportamenti che ostacolano il raggiungimento delle finalità stabilite nel precedente art. 1.
Art. 4 – Principi
I soggetti indicati nel precedente art. 2 sono tenuti ad adottare comportamenti conformi ai seguenti principi:
Garantire un ambiente basato sui principi di uguaglianza e sulla tutela della libertà, della dignità e dell’integrità personale.
Assicurare a ogni Tesserato attenzione, impegno, rispetto e dignità, senza discriminazioni di età, etnia, status sociale, orientamento politico, credo religioso, genere, orientamento sessuale, disabilità o altre caratteristiche.
Prestare particolare attenzione a situazioni di disagio, sia percepite direttamente che apprese indirettamente, con particolare riguardo alle circostanze coinvolgenti i minori.
Segnalare prontamente qualsiasi circostanza di interesse ai genitori o tutori legali o agli enti di vigilanza designati.
Rivolgersi al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e/o il Safeguarding Office della FIP nel caso sospetti o rilevi condotte conformi ai criteri del presente documento.
Garantire lo svolgimento dell’attività sportiva rispettando lo sviluppo fisico, sportivo ed emotivo degli atleti, considerando i loro interessi e bisogni.
Pianificare e gestire l’attività, anche durante gli spostamenti, adottando soluzioni organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio o
comportamenti inappropriati.
Ottenere e conservare l’autorizzazione scritta dei genitori o tutori legali per gli atleti minorenni qualora si programmino allenamenti individuali o in orari non abitualmente frequentati.
Prevenire, durante gli allenamenti e le competizioni, ogni forma di comportamento o condotta descritta nel presente documento attraverso azioni di sensibilizzazione e controllo.
Informare chiaramente i partecipanti all’attività sportiva che apprezzamenti, commenti o valutazioni non strettamente correlati alla performance sportiva e non inclusi nei parametri definiti nel presente documento possono ledere la dignità e il rispetto della persona.
Favorire la parità di genere nella rappresentanza, nel rispetto delle normative vigenti.
Art. 5 – Protezione dei minori
1. La Società è tenuta a richiedere preventivamente una copia del certificato del casellario giudiziale, ai sensi della normativa vigente, a tutti i soggetti, indipendentemente dalla forma di impiego, incaricati di compiti che comportano contatti diretti e regolari con minori.
m. Art. 6 – Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni
Per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nei confronti dei Tesserati, nonché garantire l’integrità fisica e morale degli sportivi, la Società nomina un Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e
discriminazioni, come richiesto anche dall’articolo 33, comma 6, del D.lgs. n. 36/2021. Tale nomina è comunicata alla FIP al momento dell’affiliazione, della riaffiliazione/aggregazione e riaggregazione.
Il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni deve essere scelto tra individui di comprovata integrità morale e competenza, e deve soddisfare i seguenti requisiti:
- Essere tesserato FIP regolare;
- Possedere la cittadinanza italiana;
- Non avere riportato condanne penali definitive per reati non colposi con pene detentive superiori ad un anno, o con pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici per più di un anno;
- Non avere riportato, nei precedenti dieci anni, squalifiche o inibizioni sportive definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte di enti sportivi riconosciuti a livello nazionale o internazionale.
La nomina del Responsabile viene resa pubblica all’interno dell’associazione (attraverso affissione nella sede e pubblicazione sulla homepage del sito, se disponibile), e inserita nel sistema gestionale federale secondo le procedure stabilite dalla regolamentazione federale.
Il mandato del Responsabile dura sei anni e può essere rinnovato.
In caso di dimissioni o cessazione del mandato per altri motivi, l’associazione ha 30 giorni per nominare un nuovo Responsabile e comunicarne la nomina al sistema gestionale federale, secondo le procedure stabilite dalla regolamentazione federale.
La nomina del Responsabile può essere revocata prima della scadenza del mandato per gravi irregolarità di gestione o funzionamento, con provvedimento motivato dell’organo competente dell’associazione. Il Safeguarding Office della FIP viene informato tempestivamente della revoca e dei motivi. L’associazione procede alla sostituzione del Responsabile secondo le procedure indicate al punto precedente.
Il Responsabile ha le seguenti responsabilità:
◦ Sorvegliare l’applicazione corretta del Regolamento per la prevenzione e il contrasto di abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati della FIP all’interno dell’associazione, così come l’applicazione e l’aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta adottati;
◦ Adottare iniziative, anche di carattere urgente, per prevenire e contrastare qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione nell’associazione, oltre a promuovere iniziative di sensibilizzazione ritenute opportune;
◦ Segnalare al Safeguarding Office eventuali condotte rilevanti e fornire le informazioni o documentazione richiesta;
◦ Rispettare gli obblighi di riservatezza come previsto dall’articolo 14 del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto di abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della FIP;
◦ Proporre all’organo competente dell’associazione eventuali aggiornamenti ai Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e
ai Codici di condotta, tenendo conto delle esigenze dell’associazione;
◦ Valutare annualmente l’efficacia dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta, e sviluppare e attuare un piano d’azione per risolvere eventuali criticità riscontrate;
◦ Partecipare agli eventi formativi obbligatori organizzati dalla FIP.
Art. 7 – Obbligo di segnalazione
Chiunque venga a conoscenza di comportamenti rilevanti ai sensi dell’articolo precedente e che coinvolgano Tesserati, in particolare minorenni, è tenuto a comunicarlo immediatamente al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e/o il Safeguarding Office della FIP. Chiunque sospetti comportamenti rilevanti secondo il presente Regolamento può discuterne con il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e/o il Safeguarding Office della FIP.
Art. 8 – Diffusione ed attuazione
La Società, anche con il supporto del Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni, si impegna a diffondere ampiamente il presente documento e il Codice di Condotta a tutela dei minori e per la prevenzione di molestie, violenza di genere e discriminazioni (vedi Allegato A) tra i propri Tesserati FIP e i volontari coinvolti nell’attività sportiva, in qualsiasi ruolo o funzione. Si impegnano inoltre a mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari per garantire la piena applicazione di tali normative, a svolgere verifiche su ogni segnalazione di violazione e a condividere materiale informativo per sensibilizzare e prevenire i disturbi alimentari negli sportivi. Il presente documento sarà pubblicato sul sito web dell’associazione, se disponibile, e/o affisso presso la sede, e sarà portato a conoscenza di tutti i collaboratori al momento dell’instaurazione del rapporto con la Società. Qualsiasi violazione delle disposizioni sarà sanzionata con adeguate misure disciplinari o contrattuali.
Art. 9 – Norme finali
Come previsto dall’Art. 2 del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati”, il presente documento viene revisionato dal Consiglio Direttivo della Società con cadenza almeno quadriennale, nonché ogni volta che sia necessario per recepire eventuali nuove disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, modifiche ai Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio Permanente del CONI per le politiche di Safeguarding, nonché eventuali integrazioni alle normative della FIP.
ALLEGATO A
CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA
PREVENZIONE DELLE MOLESTIE, DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI DISCRIMINAZIONE
Ai sensi del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e
discriminazione sui tesserati” e alle “Linee guida per l’adeguamento alle politiche di Safeguarding” emanati dalla Federazione Italiana Pallacanestro.
Ogni Tesserato ha il dovere di mantenere un ambiente sportivo che sia rispettoso, equo e libero da ogni forma di abuso, violenza e discriminazione.
È un diritto fondamentale di ciascun Tesserato essere trattato con rispetto e dignità, e di essere protetto da ogni tipo di abuso, molestia, violenza di genere e discriminazione, come previsto dal D.lgs. n. 198/2006. Questo diritto è garantito indipendentemente da razza, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, situazione finanziaria, luogo di nascita, caratteristiche fisiche, intellettuali, relazionali o sportive. Il benessere psicofisico di ogni Tesserato ha sempre la massima priorità, superando anche il successo sportivo.
Non sono tollerate discriminazioni di alcun tipo, che siano basate su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o su qualsiasi altra caratteristica personale, nazionale o sociale, disponibilità economica o altra circostanza.
In caso di violazione delle norme stabilite per prevenire e contrastare qualsiasi forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione, il regime di sanzioni applicabile varierà in base al ruolo che il soggetto ricopre all’interno della FIP, secondo quanto stabilito dall’Art. 5 del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” della FIP.
È espressamente vietata, ripudiata e sanzionata dalla Società ogni forma di:
Abuso psicologico, ovvero qualsiasi atto intenzionale e non gradito, compreso l’isolamento, la restrizione, la mancanza di rispetto, la coercizione, l’aggressione verbale, l’intimidazione o qualsiasi altro comportamento che possa danneggiare l’identità, la dignità e l’autostima di una persona, o influenzare negativamente le sue emozioni, pensieri, valori e convinzioni, oppure disturbare la sua tranquillità. Questi comportamenti possono manifestarsi anche attraverso l’uso di strumenti digitali.
Abuso fisico, ovvero ogni atto deliberato, indesiderato, consumato o tentato, che possa includere botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o il lancio di oggetti, con il potenziale di causare danni fisici reali o potenziali, oppure di falsificare intenzionalmente danni alla salute, trauma, lesioni fisiche, o compromettere lo sviluppo psicofisico di un minore, interferendo con la sua crescita sana e serena. Tali comportamenti possono anche includere il costringere un atleta a svolgere attività fisiche inadeguate per migliorare le prestazioni sportive, come ad esempio l’imposizione di carichi di allenamento non appropriati in base all’età, al genere, alla struttura e alla capacità fisica, oppure forzare atleti malati, feriti o che provano dolore a allenarsi. In questa categoria rientrano anche comportamenti che favoriscono il consumo di alcol o pratiche di doping, entrambi vietati dalle norme vigenti.
Molestia sessuale, ovvero qualsiasi atto o comportamento di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico, che è indesiderato e non gradito e che provoca una grave sensazione di fastidio, disagio o disturbo. Questi comportamenti possono includere l’uso di un linguaggio del corpo inappropriato, la formulazione di osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, così come richieste indesiderate o non gradite di natura sessuale, sia tramite telefonate, messaggi, lettere o altri mezzi di comunicazione, con l’effetto di intimidire, degradare o umiliare.
Abuso sessuale, ovvero qualsiasi comportamento o azione di natura sessuale, che sia con o senza contatto fisico, e che viene considerato non desiderato, oppure nel quale il consenso è ottenuto in modo forzato, manipolato, non dato o negato. Questo può includere anche il costringere un Tesserato a partecipare a comportamenti sessuali inappropriati o indesiderati, o nell’osservare il Tesserato in situazioni o contesti sessuali non appropriati.
Violenza di genere, ovvero tutte le forme di violenza, che vanno dalla violenza psicologica e fisica a quella sessuale, inclusi comportamenti persecutori e discriminazioni di genere.
Bullismo e cyberbullismo, ovvero qualsiasi forma di comportamento offensivo e/o aggressivo da parte di uno o più individui, sia personalmente che attraverso piattaforme online come i social network o altri mezzi di comunicazione. Questi comportamenti possono essere singoli o ripetuti nel tempo e hanno lo scopo di esercitare potere o dominio su uno o più individui. Possono includere atti di prevaricazione, sopraffazione e intimidazione che causano disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento. Tra di essi rientrano umiliazioni, critiche sull’aspetto fisico, minacce verbali (anche in relazione alla performance sportiva), diffusione di notizie false, minacce di violenza fisica o danneggiamento di proprietà della vittima.
Nonnismo (hazing), ovvero qualsiasi comportamento che implica un’iniziazione umiliante e/o pericolosa dei nuovi membri da parte dei membri anziani dello stesso gruppo.
Abuso di matrice religiosa, ovvero limitare o condizionare il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di praticare il culto, sia in privato che in pubblico, a condizione che non comporti pratiche contrarie al buon costume. Abuso dei mezzi di correzione, ovvero superare i limiti dell’uso del potere correttivo e disciplinare assegnato a un individuo nei confronti della persona offesa, utilizzandolo in modo inadeguato o per perseguire interessi diversi da quelli per cui è stato conferito dal sistema giuridico federale.
Negligenza, ovvero l’omissione di intervento da parte di un Tesserato, anche in virtù dei doveri derivanti dalla sua posizione, che, dopo essere venuto a conoscenza di uno degli eventi disciplinati dal presente Regolamento, non interviene né segnala la questione al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e/o il Safeguarding Office della FIP, causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno.
Incuria, ovvero il mancato soddisfacimento dei bisogni fondamentali in termini fisici, medici, educativi ed emotivi.
Altri comportamenti discriminatori, ovvero ogni altra condotta mirata a produrre un effetto discriminatorio fondato su etnia, colore della pelle, caratteristiche fisiche, genere, status socioeconomico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, credenze personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
NORME DI CONDOTTA GENERALI
I Tesserati e coloro che partecipano all’attività sportiva in qualsiasi ruolo o capacità
NON DEVONO NEL MODO PIÙ ASSOLUTO:
❌ Discriminare o avere qualsiasi atteggiamento inappropriato fondato su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura;
❌ Colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente un’altra persona;
❌ Avere atteggiamenti nei confronti di altri che – anche sotto il profilo psicologico – possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
❌ Agire con comportamenti che siano di esempio negativo, specialmente per i minori;
❌ Avere relazioni con minori che possano essere in qualche modo considerate di natura sessuale, sfruttamento, maltrattamento o abuso;
❌ Agire in modi che possano essere abusivi;
❌ Usare un linguaggio, dare suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi;
❌ Comportarsi in maniera inappropriata o sessualmente provocante;
❌ Stabilire o intrattenere contatti con minori Tesserati utilizzando strumenti di comunicazione online personali (email, chat, social network, etc.) che esulino da quelli strettamente funzionali all’attività istituzionale;
❌ Tollerare o partecipare a comportamenti di altri soggetti che sono illegali, o abusivi o che mettano a rischio la loro sicurezza;
❌ Invitare a momenti conviviali non istituzionali atleti minorenni, salvo il consenso dell’esercente la responsabilità genitoriale;
❌ Agire in modo da far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo;
❌ Discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri.
Uso degli spazi dell’Associazione
- Deve essere sempre garantito l’accesso ai locali e agli spazi in gestione o in uso all’Associazione durante gli allenamenti e le sessioni prova di tesserati e tesserate minorenni a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti e delle atlete ovvero a loro delegati.
- Presso le strutture in gestione o in uso all’Associazione devono essere predisposte tutte le misure necessarie a prevenire qualsivoglia situazione di rischio.
- Durante le sessioni di allenamento o di prova è consentito l’accesso agli spogliatoi esclusivamente agli atleti e alle atlete della Giuseppe Angel.
- Durante le sessioni di allenamento o di prova non è consentito l’accesso agli spogliatoi a utenti esterni o genitori/accompagnatori, se non previa autorizzazione da parte di un tecnico o dirigente e comunque solo per eventuale assistenza a tesserati e tesserate sotto i 6 anni di età o con disabilità motoria o intelletivo/relazionale.
- In caso di necessità, fermo restando il tempestivo allertamento del servizio di soccorso sanitario qualora necessario, l’accesso all’infermeria è consentito al medico sociale o, in caso di manifestazione sportiva, al medico di gara o, in loro assenza, a un tecnico formato sulle procedure di primo soccorso esclusivamente per le procedure strettamente necessarie al primo soccorso nei confronti della persona offesa. La porta dovrà rimanere aperta e, se possibile, dovrà essere presente almeno un’altra persona (atleta, tecnico, dirigente, collaboratore, eccetera).
TRASFERTE
- In caso di trasferte che prevedano un pernottamento, agli atleti dovranno essere riservate camere, eventualmente in condivisione con atleti dello stesso genere, diverse da quelle in cui alloggeranno i tecnici, i dirigenti o altri accompagnatori, salvo nel caso di parentela stretta tra l’atleta e l’accompagnatore.
- Durante le trasferte di qualsiasi tipo è dovere degli accompagnatori vigilare sugli atleti accompagnati, soprattutto se minorenni, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a garantire l’integrità fisica e morale degli stessi ed evitare qualsiasi comportamento rilevante ai fini del presente modello.
TUTELA DELLA PRIVACY
- A tutti gli atleti (o esercenti la potestà genitoriale), i tecnici, i dirigenti, i collaboratori e i soci dell’Associazione all’atto dell’iscrizione/tesseramento, e comunque ogni qualvolta venga effettuata una raccolta di dati personali, deve essere sottoposta l’informativa sul trattamento
dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo 679/2016 (GDPR).
- I dati raccolti devono essere gestiti e trattati secondo le modalità descritte nel suddetto Regolamento e comunque solo sulla base della necessità all’esecuzione del contratto di cui gli interessati sono parte, all’adempimento di un obbligo legale o sulla base del consenso.
- In particolare, le categorie particolari di dati personali (quali l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona) possono essere trattate solo previo libero ed esplicito consenso dell’interessato, manifestato in forma scritta, salvi i casi di adempimento di obblighi di legge e regolamenti.
- L’Associazione, fermo restando il preventivo consenso raccolto all’atto dell’iscrizione/tesseramento, può pubblicare sui propri canali di comunicazione fotografie ritraenti i tesserati prodotte durante le sessioni di allenamento e gara, ma non è consentita produzione e la pubblicazione di immagini che possono causare situazioni di imbarazzo o pericolo per i tesserati.
- La documentazione, sia cartacea, sia digitale, raccolta dall’Associazione contenente dati personali dei tesserati, fornitori od ogni altro soggetto, deve essere custodita garantendo l’inaccessibilità alle persone non autorizzate al trattamento dei dati. In caso di perdita, cancellazione, accidentale divulgazione, data breach, eccetera, deve essere data tempestiva comunicazione all’interessato e, contestualmente, al titolare del trattamento dei dati personali. Deve essere data tempestiva comunicazione anche all’autorità Garante per la protezione dei dati personali, se la violazione dei dati personali comporta un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche.
- Tutte le persone autorizzate al trattamento dei dati personali devono essere adeguatamente formate e devono mettere in atto tutti i comportamenti e le procedure necessarie alla tutela dei dati personali degli interessati, soprattutto di quelli rientranti nelle categorie particolari di dati personali.
- Viene nominato un Referente per la privacy, al quale possono essere inviate le richieste di cancellazione, rettifica, integrazione, accesso ai dati personali e le segnalazioni di eventuali violazioni della sicurezza dei dati personali tramite l’indirizzo email info@giuseppeangel.it.
DOVERI E OBBLIGHI DEI TESSERATI
Con riferimento a quanto previsto dal “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” della FIP di cui all’Art. 11 si stabiliscono i seguenti doveri e obblighi a carico di tutti i tesserati:
- Manifestare lealtà, probità e correttezza in tutte le attività connesse o correlate all’ambito sportivo e adottare una condotta improntata al rispetto verso gli altri tesserati;
- Evitare l’uso di un linguaggio inappropriato o allusivo, anche in contesti ludici o scherzosi;
- Assicurare la sicurezza e la salute degli altri tesserati, contribuendo a creare e mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
- Partecipare attivamente all’educazione e alla formazione nella pratica sportiva sana, offrendo supporto agli altri tesserati nei percorsi educativi e formativi;
- Promuovere un equilibrio sano tra vita personale e sportiva, valorizzando anche gli aspetti ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
- Stabilire rapporti equilibrati con coloro che hanno la responsabilità genitoriale o i soggetti incaricati della cura degli atleti, o i loro delegati;
- Prevenire e ridurre le dispute, i conflitti e le tensioni attraverso una comunicazione sana, efficace e costruttiva;
- Affrontare con proattività comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
- Collaborare con gli altri tesserati nella prevenzione, contrasto e repressione di abusi, violenze e discriminazioni, sia a livello individuale che collettivo;
- Segnalare tempestivamente al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e
discriminazioni della Società situazioni, anche potenziali, che possano mettere a rischio se stessi o gli altri, causare pericoli, timori o disagi.
DOVERI E OBBLIGHI DEI DIRIGENTI SPORTIVI E TECNICI
Con riferimento a quanto previsto dal “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” della FIP di cui all’Art. 11 si stabiliscono i seguenti doveri e obblighi a carico dei dirigenti sportivi e dei tecnici:
- Contribuire attivamente alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di abuso, violenza e
discriminazione;
- Evitare qualsiasi abuso o utilizzo improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei tesserati, soprattutto se minori;
- Partecipare alla formazione e alla crescita armonica dei tesserati, in particolare se minori;
- Limitare al minimo indispensabile ogni contatto fisico con i tesserati, soprattutto se minori;
- Favorire un rapporto tra tesserati basato sul rispetto reciproco e sulla collaborazione, prevenendo situazioni disfunzionali che possano generare uno stato di soggezione, pericolo o timore, anche attraverso la manipolazione;
- Evitare di creare situazioni di intimità con i tesserati minori;
- Organizzare soluzioni logistiche durante le trasferte per prevenire situazioni di disagio o comportamenti inappropriati, coinvolgendo coloro che hanno la responsabilità genitoriale o i loro delegati nelle decisioni;
- Comunicare e condividere con i tesserati minori gli obiettivi educativi e formativi, coinvolgendo coloro che hanno la responsabilità genitoriale o i loro delegati nelle scelte;
- Evitare comunicazioni e contatti di natura intima con i tesserati minori, anche tramite i social network;
- Interrompere immediatamente ogni contatto con i tesserati minori se si avvertono situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, e attivare il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società;
- Utilizzare le competenze professionali necessarie nella programmazione e/o gestione dei regimi alimentari in ambito sportivo;
- Segnalare tempestivamente eventuali segni di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
- Dichiarare eventuali situazioni di incompatibilità e conflitti di interesse;
- Promuovere i valori dello sport educando al rifiuto di sostanze o metodi vietati per migliorare le prestazioni sportive dei tesserati;
- Mantenersi costantemente informati sulle politiche di Safeguarding, sulle misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
- Evitare l’utilizzo, la riproduzione e la diffusione di immagini o video dei tesserati minori, se non per fini educativi e formativi, ottenendo le necessarie autorizzazioni dai genitori o dai soggetti responsabili della loro cura;
- Segnalare prontamente al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società situazioni, anche potenziali, che mettano i tesserati a rischio di pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
DIRITTI, DOVERI E OBBLIGHI DEGLI ATLETI
Con riferimento a quanto previsto dal “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” della FIP di cui all’Art. 11 si stabiliscono i seguenti diritti, doveri e obblighi a carico degli atleti:
- Collaborare solidalmente con gli altri atleti, offrendo assistenza e incoraggiamento reciproco;
- Condividere le proprie ambizioni con dirigenti e allenatori sportivi e valutare insieme le proposte riguardanti gli obiettivi educativi e formativi, coinvolgendo anche coloro che hanno la responsabilità genitoriale o sono incaricati della cura, e confrontarsi eventualmente con gli altri atleti;
- Comunicare ai dirigenti sportivi e agli allenatori situazioni di ansia, paura o disagio riguardanti sé stessi o altri;
- Prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che possano mettere gli altri atleti in uno stato di soggezione, pericolo o timore, anche attraverso manipolazioni;
- Rispettare e preservare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e di tutti i soggetti coinvolti nell’attività sportiva;
- Riconoscere e rispettare il ruolo educativo e formativo dei dirigenti sportivi e degli allenatori;
- Mantenere rapporti basati sul rispetto reciproco con gli altri atleti e con tutte le persone coinvolte nell’attività sportiva;
- Segnalare qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o ai soggetti incaricati della cura degli atleti, o ai loro delegati;
- Evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e allenatori, segnalando eventuali comportamenti inappropriati;
- Non diffondere materiale fotografico o video di natura privata o intima senza autorizzazione, segnalando comportamenti non conformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti incaricati della cura, nonché al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società;
- Segnalare tempestivamente al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e
discriminazioni della Società situazioni, anche potenziali, che possano mettere sé stessi o
altri in pericolo o pregiudizio.
NORME SPECIFICHE DI CONDOTTA NELL’ATTIVITÀ CON I MINORI
Quando si svolge attività con i minori, è necessario:
- Organizzare l’attività in modo da minimizzare i rischi.
- Essere visibili ad altri adulti, per quanto possibile, durante l’attività con i minori
- Consentire, quando possibile e nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza, l’accesso agli impianti durante allenamenti e sessioni di prova ai genitori o tutori legali, o agli addetti alla sorveglianza.
- Ottenere e conservare l’autorizzazione scritta dai genitori o tutori legali qualora siano previste sessioni di allenamento singole e/o in orari non consueti.
- Astenersi dall’utilizzare, riprodurre e diffondere immagini o video dei Tesserati minori, se non per finalità educative e formative, ottenendo le necessarie autorizzazioni dai genitori o tutori legali o dagli addetti alla sorveglianza.
- Evitare situazioni di intimità con i Tesserati minori.
- Comunicare e condividere con i Tesserati minori gli obiettivi educativi e formativi, coinvolgendo i genitori o tutori legali o gli addetti alla sorveglianza.
- Astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con i Tesserati minori, anche tramite social network.
- Interrompere immediatamente ogni contatto con i Tesserati minori se si riscontrano situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, informando il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e/o il Safeguarding Office della FIP.
- Promuovere una cultura di apertura che consenta a tutto il personale, ai rappresentanti, ai minori e ai loro caregiver di sollevare e discutere liberamente qualsiasi argomento o preoccupazione.
- Mantenere relazioni equilibrate con i genitori o tutori legali e gli addetti alla sorveglianza.
- Informare i minori sul tipo di rapporto che devono aspettarsi con gli allenatori e gli altri membri del sodalizio, incoraggiandoli a segnalare eventuali preoccupazioni.
- Valorizzare le capacità e le competenze dei minori e discutere con loro dei loro diritti, di cosa è accettabile e di cosa non lo è, nonché di cosa possono fare in caso di emergenza.
- Mantenere un alto standard personale e professionale.
- Trattare i minori in modo giusto, onesto e con dignità e rispetto.
- Favorire la partecipazione attiva dei minori per sviluppare le loro capacità di autoprotezione.
Segnali di disagio e malessere
A titolo esemplificativo, sono considerati segnali di disagio e malessere:
⚠ Cambi repentini e ingiustificati di comportamento, come riduzione della concentrazione, isolamento, depressione, paura, sbalzi d’umore, riluttanza ad allenarsi o partecipare alle gare, che possono essere accompagnati da cali delle performance sportive.
⚠ Disturbi dell’alimentazione.
⚠ Segni fisici evidenti o repentini cambiamenti comportamentali, oppure segnali verbali diretti o indiretti di difficoltà.
⚠ Ferite come contusioni inspiegabili presenti su parti del corpo normalmente con l’attività sportiva.
⚠ Una ferita per la quale la spiegazione
⚠ Il minore che racconta di un’azione di abuso
⚠ Diffidenza verso allenatori, accompagnatori, dovrebbe avere un rapporto di fiducia.
⚠ Trascuratezza e frequente perdita di effetti personali.
Importante: la presenza di uno o più di questi segnali non prova della presenza di abusi violenza o molestie. Tali segnali anche considerando i comportamenti tipici dei minori durante alcune fasi della crescita, come la preadolescenza e l’adolescenza, durante le quali atteggiamenti e comportamento sono comuni anche in assenza di abusi, violenza.
PROCEDURE DI SELEZIONE DEGLI OPERATORI SPORTIVI
Quando l’associazione instaura una relazione lavorativa, indipendentemente dalla forma, con operatori incaricati di svolgere compiti che comportano contatti diretti e regolari con i minori, richiede preventivamente una copia del certificato del casellario giudiziale conformemente alla normativa vigente.
PROCEDURE IN CASO DI POSSIBILE COMPORTAMENTO PREOCCUPANTE
Tutti i Tesserati sono tenuti ad essere attenti nell’individuare situazioni che potrebbero rappresentare rischi per gli altri e devono segnalare ogni preoccupazione, sospetto o certezza riguardante possibili casi di abuso, maltrattamento, violenza o discriminazione in alternativa alle seguenti figure:
> Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società FEDERICA PALENA (safeguardingbasketangel@gmail.com)
> Safeguarding Office della FIP (segreteria.safeguardingofficer@fip.it)
Chiunque sospetti comportamenti preoccupanti può rivolgersi al Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società o contattare direttamente il Safeguarding Office della FIP.
Nel caso di minori coinvolti, potrebbe essere opportuno segnalare tempestivamente eventuali segnali di disagio ai genitori o tutori legali. Tuttavia, potrebbero verificarsi situazioni in cui collaborare con i genitori o tutori potrebbe essere insufficiente o addirittura dannoso, ad esempio se uno dei genitori fosse coinvolto nell’abuso o dimostrasse incapacità nel gestire la situazione in modo adeguato. In tali casi, sarebbe consigliabile consultare il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società.
RISPETTO DELLA PRIVACY
Il Responsabile per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni della Società e il
Safeguarding Office della FIP sono tenuti a rispettare gli obblighi di riservatezza stabiliti dal “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazione sui tesserati” della FIP di cui all’Art. 14 L’identità del segnalante non può essere divulgata a persone estranee alle autorità competenti per ricevere o trattare le segnalazioni. Questa protezione si estende non solo al nome del segnalante, ma anche a tutte le informazioni della segnalazione che potrebbero indirettamente rivelarne l’identità.
Contrasto dei comportamenti lesivi e gestione delle segnalazioni
Segnalazione dei comportamenti lesivi
- In caso di presunti comportamenti lesivi, da parte di tesserati o di persone terze, nei confronti di altri tesserati, soprattutto se minorenni, deve essere tempestivamente segnalato al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni tramite comunicazione a voce o via posta elettronica all’indirizzo email safeguardingbasketangel@gmail.com. Le chiavi di accesso a tale indirizzo email saranno consegnate esclusivamente al Responsabile, che sarà chiamato a modificare le credenziali dopo il primo accesso.
- In caso dei suddetti comportamenti lesivi, se necessario, deve essere inviata segnalazione al Garante per la tutela dei tesserati dagli abusi e dalle condotte discriminatorie – Safeguarding Office all’indirizzo email o al corrispettivo presso la Federazione Italiana Pallacanestro.
- In caso di gravi comportamenti lesivi l’Associazione deve notificare i fatti di cui è venuta a conoscenza alle forze dell’ordine.
- L’Associazione deve garantire l’adozione di apposite misure che prevengano qualsivoglia forma di vittimizzazione secondaria dei tesserati che abbiano in buona fede:
- presentato una denuncia o una segnalazione;
- manifestato l’intenzione di presentare una denuncia o una segnalazione;
- assistito o sostenuto un altro tesserato nel presentare una denuncia o una segnalazione;
- reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni;
- intrapreso qualsiasi altra azione o iniziativa relativa o inerente alle politiche di safeguarding.
SISTEMA DISCIPLINARE E MECCANISMI SANZIONATORI
1. A titolo esemplificativo e non esaustivo, i comportamenti sanzionabili possono essere ricondotti a:
- mancata attuazione colposa delle misure indicate nel Modello e della documentazione che ne costituisce parte integrante (es.Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione);
- violazione dolosa delle misure indicate nel presente modello e della documentazione che ne costituisce parte integrante (es. Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione), tale da compromettere il rapporto di fiducia tra l’autore e l’Associazione in quanto preordinata in modo univoco a commettere un reato; • violazione delle misure poste a tutela del segnalante;
- effettuazione con dolo o colpa grave di segnalazioni che si rivelano infondate;
- violazione degli obblighi di informazione nei confronti dell’Associazione;
- violazione delle disposizioni concernenti le attività di informazione, formazione e diffusione nei confronti dei destinatari del presente modello;
- atti di ritorsione o discriminatori, diretti o indiretti, nei confronti del segnalante per motivi collegati, direttamente o indirettamente, alla segnalazione;
- mancata applicazione del presente sistema disciplinare.
- Le sanzioni comminabili sono diversificate in ragione della natura del rapporto giuridico intercorrente tra l’autore della violazione e l’Associazione, nonché del rilievo e gravità della violazione commessa e del ruolo e responsabilità dell’autore. Le sanzioni comminabili sono diversificate tenuto conto del grado di imprudenza, imperizia, negligenza, colpa o dell’intenzionalità del comportamento relativo all’azione/omissione, tenuto altresì conto dell’eventuale recidiva, nonché dell’attività lavorativa svolta dall’interessato e della relativa posizione funzionale, gravità del pericolo creato, entità del danno eventualmente creato alla Società dall’eventuale applicazione delle sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01 e s.m.i., presenza di circostanze aggravanti o attenuanti, eventuale condivisione di responsabilità con altri soggetti che abbiano concorso nel determinare l’infrazione, unitamente a tutte le altre particolari circostanze che possono aver caratterizzato il fatto.
- Il presente sistema sanzionatorio deve essere portato a conoscenza di tutti i Destinatari del Modello attraverso i mezzi ritenuti più idonei dall’Associazione.
SANZIONI NEI CONFRONTI DEI COLLABORATORI RETRIBUITI
I comportamenti tenuti dai collaboratori retribuiti in violazione delle disposizioni del presente modello, inclusa la violazione degli obblighi di informazione nei confronti dell’Associazione, e della documentazione che ne costituisce parte integrante (es. Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione) sono definiti illeciti disciplinari.
- Nei confronti dei collaboratori retribuiti, possono essere comminate le seguenti sanzioni, che devono essere commisurate alla natura e gravità della violazione commessa:
- richiamo verbale per mancanze lievi;
- ammonizione scritta nei casi di recidiva delle infrazioni di cui al precedente punto 1;
- multa in misura non eccedente l’importo di 5 ore di retribuzione;
- sospensione dalla retribuzione e dal servizio per un massimo di giorni 15;
- risoluzione del contratto e, in caso di collaboratore socio dell’Associazione, radiazione dello stesso.
- Ai fini del precedente punto:
- incorre nel provvedimento disciplinare del richiamo verbale per le mancanze lievi il collaboratore che violi, per mera negligenza, le procedure aziendali, le prescrizioni del Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione o adotti, nello svolgimento di attività sensibili, un comportamento non conforme alle prescrizioni contenute nel presente modello, qualora la violazione non abbia rilevanza esterna;
- incorre nel provvedimento disciplinare dell’ammonizione scritta il collaboratore che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile il richiamo verbale e/o violi, per mera negligenza, le procedure aziendali, le prescrizioni del Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione o adotti, nello svolgimento di attività nelle aree a rischio, un comportamento non conforme alle prescrizioni contenute nel presente modello, qualora la violazione abbia rilevanza esterna;
- incorre nel provvedimento disciplinare della multa non eccedente l’importo di 5 ore della normale retribuzione il collaboratore che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile l’ammonizione scritta e/o, per il livello di responsabilità gerarchico o tecnico, o in presenza di circostanze aggravanti, leda l’efficacia del presente modello con comportamenti quali:
- l’inosservanza dell’obbligo di informativa al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
- l’effettuazione, con colpa grave, di false o infondate segnalazioni inerenti alle violazioni del Modello o del Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione;
- la violazione delle misure adottate dall’Associazione volte a garantire la tutela dell’identità del segnalante;
- la reiterata inosservanza degli adempimenti previsti dalle prescrizioni indicate nel presente modello, nell’ipotesi in cui riguardino un procedimento o rapporto in cui è parte la Pubblica Amministrazione (ivi comprese le Autorità Sportive);
- incorre nel provvedimento disciplinare della sospensione dalla retribuzione e dal servizio per un massimo di 15 giorni il collaboratore che risulti recidivo, durante il biennio, nella commissione di infrazioni per le quali è applicabile la multa non eccedente l’importo di 5 ore della normale retribuzione e/o effettui, con dolo, false o infondate segnalazioni inerenti alle violazioni del Modello e del Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione e/o violi le misure adottate dalla Società volte a garantire la tutela dell’identità del segnalante così da generare atteggiamenti ritorsivi o qualsiasi altra forma di discriminazione o penalizzazione nei confronti del segnalante;
- incorre nel provvedimento disciplinare della risoluzione del contratto senza preavviso il collaboratore che eluda fraudolentemente le prescrizioni del presente modello attraverso un comportamento inequivocabilmente diretto alla commissione di uno dei reati ricompreso fra quelli previsti nel D.Lgs. 231/2001 e/o violi il sistema di controllo interno attraverso la sottrazione, la distruzione o l’alterazione di documentazione ovvero impedendo il controllo o l’accesso alle informazioni e alla documentazione agli organi preposti, incluso il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni in modo da impedire la trasparenza e verificabilità delle stesse.
SANZIONI NEI CONFRONTI DEI VOLONTARI
- Nei confronti dei volontari dell’Associazione, possono essere comminate le seguenti sanzioni, che devono essere commisurate alla natura e gravità della violazione commessa:
- richiamo verbale per mancanze lievi;
- ammonizione scritta nei casi di recidiva delle infrazioni di cui al precedente punto 1;
- allontanamento dalle strutture di allenamento e gara per un periodo non superiore a 15 giorni;
- allontanamento dalle strutture di allenamento e gara per un periodo non superiore a 1 anno;
- rescissione del rapporto di volontariato e, in caso di volontario socio dell’Associazione, radiazione dello stesso.
- Ai fini del precedente punto si rimanda al punto 3 della sezione “Sanzioni nei confronti dei collaboratori retribuiti”.
Obblighi informativi e altre misure
1. L’Associazione è tenuta a pubblicare il presente modello e il nominativo del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni presso la sua sede e le strutture che ha in gestione o in uso, nonché sulla homepage del sito istituzionale.
- Al momento dell’adozione del presente modello e in occasione di ogni sua modifica, l’Associazione deve darne comunicazione a tutti i propri tesserati, associati e volontari.
- L’Associazione deve informare il tesserato o eventualmente coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti, del presente modello e del nominativo e dei contatti del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni. 4. L’Associazione deve dare immediata comunicazione di ogni informazione rilevante al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, al Garante per la tutela dei tesserati dagli abusi e dalle condotte discriminatorie – Safeguarding Office della federazione sportiva di competenza, nonché all’Ufficio della Procura federale ove competente.
- L’Associazione deve dare diffusione presso i propri tesserati di idonee informative finalizzate alla prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione nonché alla consapevolezza dei tesserati in ordine a propri diritti, obblighi e tutele.
- L’Associazione deve prevedere adeguate misure per la diffusione di o l’accesso a materiali informativi finalizzati alla sensibilizzazione su e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi.
- L’Associazione deve prevedere un’adeguata informativa ai tesserati o eventualmente a coloro esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti, con riferimento alle specifiche misure adottate per la prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione in occasione di manifestazioni sportive.
- L’Associazione deve dare comunicazione ai tesserati o eventualmente a coloro esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti di ogni altra politica di safeguarding adottata dalle federazioni sportive alla quale è affiliata.